Chiesa e campanile di S. Maria Maggiore

Mirandola

1432 – 1449 circa

25 giugno 2018 – 20 settembre 2019

Restauro dei prospetti esterni

Consolidamento e restauro di tutte le superfici interne (altari laterali, altare maggiore e ancone laterali)

Restauro pavimentazioni presbiterio

Restauro arredi lignei (confessionali, coro ligneo e portoni)

Ricollocamento finale e montaggio di tutti gli arredi mobili.

Agli inizi del ‘400, durante la costruzione del “Borgo Nuovo”, un quartiere a sud del Castello di Mirandola, Giovanni e Francesco Pico chiesero ed ottennero, dal Pontefice, il benestare per edificare una nuova Chiesa. I lavori iniziarono intorno al 1432 e finirono poco dopo il 1449, come si evince da una targa situata in una nicchia del campanile, raffigurante la data di completamento del presbiterio. Solo nel 1491 ricevette poi la sua consacrazione definitiva. Di disegno tardo-gotico e, come da tradizione, con facciata ad ovest ed abside ad est, la chiesa fu subito oggetto di restauri strutturali a causa dei 2 terremoti che indebolirono fondamenta non adeguate ad un edificio di quelle dimensioni. Verso metà ‘600 venne poi risolta la questione statica del campanile, già precedentemente voluta ma mai realizzata, attraverso il rinforzo della base e della struttura delle volte. Il secolo successivo è, per il Duomo, il più travagliato: Mirandola subì 2 assedi da parte dei francesi (1704 e 1735) e visse l’esplosione del torione del Castello (1714). Durante i successivi lavori di restauro, venne posto in opera il coro settecentesco ed un nuovo altare maggiore. L’800 fu ricco di restauri a causa della situazione deplorevole in cui giaceva l’immobile, chiuso e riaperto più e più volte. La facciata vide l’inserimento di un orologio ed il campanile venne arricchito con una cupola ottagonale in pietra, sormontata da un cupolino con in cima una croce in ferro battuto. Ad inizio ‘900 si decise di eliminare tutte le statue e gli altari barocchi presenti nelle navate laterali. Successivamente, la chiesa fu vittima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che distrussero tetto e vetrate ed inoltre lesionarono in maniera importante le murature. Tutto questo richiese un intervento urgente che permise di riaprire la chiesa al culto. Particolarmente importante è il 1983, anno in cui Pietro Annigoni affrescò un crocifisso nella parete sinistra della Cappella del Santissimo. Giungiamo quindi ai giorni nostri, tristemente famosi per il sisma che colpì l’Emilia nel 2012, e che portò danni massicci a tutto l’immobile.